Molti sono gli aneddoti su come nascono i movimenti artistici.
Da parte mia, spero di raccontarne molti qui.
Ma questo lo trovo particolarmente calzante per inaugurare la nuova avventura del blog.
Bisogna prendere gli aneddoti per buoni, poiché a volte la loro veridicità è pari a quella di una leggenda. Ma chi non trova affascinante le leggende con la loro aura di mistero, della serie “E se fosse vero….”
Molti sono gli aneddoti su come nascono i movimenti artistici, in particolare l’Impressionismo:
-nello studio del fotografo Nadar, da un punto di vista logistico. Nel suo atelier di Rue d’Anjou St. Honoré 51, il 15 Aprile 1874, si tenne una prima esposizione di nomi destinati a diventare grandi sotto le fila dell’Impressionismo.
-Da un punto di vista “nominale”, dal famoso quadro Impression, soleil levant di Monet dipinto nel 1872, due anni prima della famosa mostra. In occasione della sua esposizione fu dato il marchio “impressionista” dai critici ad indicare che queste opere erano solo una parziale presenza artistica del pittore – una impressione- e che appunto mancasse “tutto il resto” prima che potesse essere definito quadro.
Sorvoleremo sul fatto che un’impressione ha un effetto di impatto non indifferente, a volte persino più autentico di quello che può dare una ricercata preparazione di immagine. Quei critici erano stati colpiti, ma non potevano dirlo…
-Dal punto di vista commerciale: era nato il colore in tubetto! E andare fuori per dipingere secondo natura, divenne una loro cifra distintiva.
-Punto di vista storico – artistico: il Realismo di Courbet e la “comune” di Barbizon, dove alcuni di loro si erano rifugiati per dipingere immersi nella atmosfera bucolica.
E poi c’è il punto di vista narrativo, se vogliamo anche suggestivo: Pierre Auguste Renoir racconta nel suo celebre aneddoto: un giorno uno di loro, avendo dimenticato il nero, usò il blu e nacque l’impressionismo
Rivoluzione? Il nero divenne una delle tinte meno usate dagli impressionisti, in quanto la sua assenza di colore, lo rendeva freddo in relazione alle mille sfumature che poteva offrire il blu. Sebbene anche il blu sia freddo nella scala tonale, sfumato e ombreggiato, mischiato e affusolato, riusciva a scaldarsi nel suo buio e a brillare accanto al bianco. Riusciva sempre a portare un pezzetto di cielo e di mare nelle varie “impressioni” di questi artisti e rendere eleganti anche figure semplici come contadine e ballerine, laddove il nero le rendeva tetre. Il blu divenne catalizzatore delle albe e dei tramonti e la base per ombre e velature e le loro notti divennero uniche in qualunque condizione atmosferica.
Molti artisti e molte correnti sono legati a un singolo colore. Non si può dire che il simbolo dell’Impressionismo sia il blu perché sarebbe come denigrare l’enormità delle loro variazioni cromatiche. Però, come Venere, l’impressionismo nacque da diverse onde, tra cui sicuro vi era una onda blu…
Illustrazioni:
Camille Pissarro, Strada di Montmartre di notte, 1897
Felix Nadar, Autoritratto, ca. 1900
Claude Monet, Impressione, sole nascente, 1872
John Singer Sargent, Claude Monet dipinge presso un bosco, ca. 1885 (particolare)
Edgar Degas, Quattro ballerine in blu, 1897 ca
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