Il sogno è una delle prime manifestazioni del nostro inconscio. Questa è una cosa risaputa.
Cose che desideriamo, cose che temiamo, cose che vogliamo rimuovere e dimenticare.
Nemmeno l’inconscio sa esattamente se la sua valenza sia di tipo accezione positiva o negativa. Sappiamo che sogniamo.
Molti semi della nostra fantasia però derivano proprio dal sogno. E di conseguenza le favole. Quando sogniamo un cavallo può diventare un unicorno, un animale può diventare un essere fantastico.
Uno degli esponenti artistici più suggestivi in assoluto nel descrivere la dimensione del sogno e del fatato fu sicuramente John Anster Christian Fitzgerald (1819 -1906), che incontreremo spesso in questa rubrica.
Uni dei suoi massimi capolavori artistici è l’incantevole “Sogni“, dipinto nel 1858.

Di quest’opera esistono più versioni, ma forse questa rappresenta la più completa, la più emblematica, anche di dimensioni letterarie. Quando si scrive nella “Tempesta” di Shakespeare
“Noi, Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni e la nostra vita si compone come un sogno“
Questa frase rappresenta un varco di accesso ad una dimensione sogno – realtà in cui le tracce della notte precedente ancora ci sembrano possibili e reali, al risveglio.
Per questo Fitzgerald rappresenta la camera da letto che viene inondata di luce. E’ l’alba.
La fanciulla, calda nella sua pelliccetta sta ancora vivendo in compagnia di tutti i personaggi che danzano intorno al suo letto.
Vi sono un gentiluomo e una signora, piccoli mostri, esseri con le ali, demoni che suonano. Tutte creature che stanno divenendo trasparenti con la luce del giorno imminente.
Per la fanciulla sono ancora compagni di gioco, ma fra poco saranno elementi evanescenti di un mondo che non esisterà più.
Ma che tuttavia potrà ancora esistere nella fiaba.
Il pittore sembra dirci: si fa presto a dire “sogno”: ma se domani la ragazza raccontasse a un bambino di quella fata che in sogno le ha tirato i capelli o le ha fatto bere un infuso dal suo bicchiere, ecco che – in forma orale- diventerebbe una fiaba.
La fiaba, tramandata e arricchita, è in gran parte alimentata da ciò che deriva dal nostro inconscio.
Per questo non ci dimentichiamo mai delle favole.
Fairy Tale – “Sogni”
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2 Comments
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